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“L’Ordine di Malta e la tradizione cavalleresca: storia fede e spiritualità”

Un ciclo di conferenze sul tema, aperte a tutti, organizzato dalla Delegazione di Perugia-Terni per conoscere e approfondire un carisma che dura da quasi mille anni.

Una serie di  incontri per conoscere e approfondire un carisma che  dura da quasi mille anni: il primo degli appuntamenti in programma si è svolto a Terni presso la sala conferenze del Museo diocesano il 23 febbraio 2019 con Mons. Guido Mazzotta della Pontificia Università Urbaniana, Cappellano Capo del Gran Priorato di Roma, che ha parlato della santità e il prof. Federico Marti, della Pontificia Università della Santa Croce, Cavaliere di Grazia Magistrale della Delegazione di Perugia-Terni. Nel primo dei due interventi, Mons.Mazzotta si è soffermato sulla storia del concetto di santità prendendo in esame  Sant’Antonio e San Benedetto, che hanno incarnato il desiderio dell’uomo di “ingaggiare la lotta contro Satana e riscoprire lo spirito di Gesù, che si concretizza nel bisogno di andare nel “deserto” perché è proprio nel “deserto”, lontano dai nascondigli della città, che Satana viene stanato. E’ stata poi la volta di San Francesco, che ha scelto di vivere  secondo la forma del Santo Vangelo “sine glossa”. San Francesco ebbe l’intuizione di vivere all’interno della città schierandosi dalla  parte degli ultimi, “i minores” ad imitazione della vita terrena di Gesù e come fece, in tempi moderni, Charles De Faucauld. Un altro santo significativo per quanto riguarda la fenomenologia della santità è Sant’Ignazio di Loyola autore degli Esercizi Spirituali dove si esprime il concetto cardine : “scegliere come sceglie Gesù”. Mons. Mazzotta ha ricordato a questo proposito “la meditazione dei due stendardi” cioè “dietro quale stendardo decido di mettermi? Quale scelta faccio e come  investo la mia vita?”. Queste domande proposte da Sant’Ignazio, mettono in evidenza la via della santità come “scelta” di vita cristiana. Nell’ultima tipologia è stata menzionata Santa Teresa di Lisieux, proclamata dottore della Chiesa nel 1998, che ebbe la grande intuizione, espressa nel suo più profondo pensiero , “nel cuore della Chiesa sarò l’amore”. “Ciò sta a significare -ha spiegato mons. Mazzotta- l’importanza del modo con il quale ogni cristiano vive nel mondo; quanto amore  mette in ogni cosa che fa, dalle occupazioni più semplici ed umili, agli incarichi di maggior responsabilità e complessità”.  Il secondo intervento del prof. Federico Marti, della Pontificia Università della santa Croce, Università Cavaliere di Grazia Magistrale della Delegazione di Perugia-Terni, ha esaminato la figura di due beati dell’Ordine, il Beato Adriano Fortescue  martire dello scisma e della riforma anglicana, insieme ad altri due cavalieri giovanniti, il Beato David Gunston e il Servo di Dio Sir Thomas Dingly. Famoso il caso di coscienza che ebbero da affrontare : “ fedeli al re o fedeli a Dio ed alla Chiesa vera”? Questo interrogativo  può porsi ancora oggi a noi, certamente sotto forme diverse e certamente più moderne; incapaci di accettare compromessi con l’errore, ancor meno di trarne vantaggi, questi Cavalieri furono decapitati per la difesa dei diritti di Dio e per non costituire scandalo per i deboli, per rafforzare gli indecisi, per far arrossire i traditori e i rinnegati.  E’dunque estremamente utile meditare l’esempio di questi martiri se si vuole rimanere in ogni circostanza, degni e degne della  vocazione di Cavalieri e Dame di Cristo, testimoni fedeli della Verità divina, anche a costo della propria vita.