Lourdes: “Maria di Nazareth nella letteratura”, in tre serate, da Dante, a Leopardi ai Santi Vangeli.

“Maria di Nazareth nella letteratura”, in tre serate, da Dante, a Leopardi ai Santi Vangeli. Questo il tema di catechesi nelle sale di quest’anno a Lourdes all’Accueil Notre Dame della Delegazione per l'Emilia Occidentale.

Il Delegato dell’Emilia Occidentale Paolo Conforti, Cavaliere di Grazia e Devozione in Obbedienza, e Don Tommaso Forni Niccolai Gamba, Cavaliere di Onore e Devozione, si sono confrontati attraverso il linguaggio poetico di due giganti della letteratura italiana, Dante e Giacomo Leopardi, per poi concludere con le citazioni a Maria nei Vangeli. Una riflessione, dunque, che parte dalle più alte invocazioni poetiche alla Vergine scritte dall’uomo, lungo gli intrecci fra fede e ragione che da Sant’Agostino a Benedetto XVI hanno segnato il percorso della Chiesa.

Con la partecipazione del Grande Ospedaliere dell’Ordine, S.E. Frà Alessandro De Franciscis, è stato approfondito il XXXIII e ultimo canto della Divina Commedia, quando Dante Alighieri si trova nell'imbarazzo dell'essere umano che tenta di descrivere l'immenso, l'indicibile, e che prova a raccontare la perfezione, l'irraccontabile. Cerca l’intercessione di Maria tramite San Bernardo di Chiaravalle, in una delle più belle invocazioni mai scritte alla Madonna nella storia:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura

nobilitasti sì, che 'l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

….

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fïate

liberamente al dimandar precorre.

….

Nella seconda serata è stato approfondito un Leopardi abbastanza sconosciuto, quello che affronta la natura del rapporto tra ragione e fede. Non è un Leopardi minore. Scrive nello Zibaldone che «La ragione non può essere perfetta se non è relativa all’altra vita». La ragione al suo apice si apre alla fede, spalanca la sua finestra sul Mistero. Tutto è effimero e passeggero a meno che non sia salvato da qualcosa di infinito. Leopardi, che ha ormai perso la fede, riconosce che neppure il possesso di tutta la realtà materiale potrebbe colmare il suo cuore. C'è una sproporzione tra la «capacità» infinita dell’uomo e le risposte sempre parziali e precarie. Ed è proprio nell’”Infinito” che lancia segnali inequivocabili: la siepe che gli esclude “l’ultimo orizzonte”, i “sovrumani” silenzi, “l’eterno” che gli sovviene, “l’immensità” dove si “annega il pensier mio”. Nella produzione di Leopardi non domina il sentimento di una presenza che ci rende felici, bensì la percezione di una assenza. Ma nonostante questa mai soddisfatta ricerca, Leopardi si affida alla Madonna affinché possa soccorrerlo nell'ora della morte:

“O Vergin Diva, se prosteso mai / caddi in membrarti, a questo mondo basso / se mai ti dissi Madre e se t'amai, / deh tu soccorri lo spirito lasso / quando de l'ore udrà l'ultimo suono, / deh tu m'aita ne l'orrendo passo”.  Sono poche righe, ma di una intensità tale da farne una preghiera unica, quale non è dato di trovare facilmente nella letteratura di devozione. Una invocazione che invita a pregare.

L’ultima sera Don Tommaso ha approfondito Maria nei Santi Vangeli e negli Atti degli Apostoli. Colei che è presente nel mistero di Cristo come madre, diventa - per volontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo - presente nel mistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna, come indicano le parole pronunciate sulla Croce: “Donna, ecco il tuo figlio … ecco la tua madre” o le parole di Maria alle nozze di Cana “fate quello che Egli vi dirà”, che sono il suo testamento spirituale.

Una grande produzione letteraria e artistica ha dunque consacrato, nel corso dei secoli, quella bellezza che tutta la tradizione cattolica ha riconosciuto alla Madonna, madre di Dio e di noi tutti. Una incursione nel territorio della letteratura ci ha permesso di comprendere come la devozione mariana sia diffusa e trasversale e sia riferimento anche per letterati e intellettuali non credenti. Il riferimento a Maria, nelle sue molteplici forme espressive, è devozionale, inclusivo, aggregante, terreno di dialogo rispettoso anche di chi non crede. Maria avvicina alla dimensione soprannaturale e, in cuori predisposti, favorisce percorsi di conversione.